La chiesa parrocchiale di San Germano è uno dei gioielli architettonici di Varzi, risalente al periodo compreso tra il 1584 è il 1620. L’edificio religioso fu eretto per sostituire un antico oratorio del 1300, dedicato a San Salvatore, appartenente alla famiglia Malaspina.
L’architettura e la facciata della chiesa
La chiesa di San Germano presenta una struttura imponente e suggestiva. La sua architettura è caratterizzata da una pianta a croce latina, con una spaziosa navata unica e tre cappelle laterali.
La facciata, risalente all’Ottocento, si distingue per la sua eleganza e sobrietà. Al di sopra del portale principale si trova un affresco novecentesco del pittore Rodolfo Gambini, raffigurante San Germano, che aggiunge un tocco artistico alla facciata.
I tesori artistici
All’interno della chiesa di San Germano si trovano numerosi tesori artistici che testimoniano la ricchezza culturale della zona. Una delle parti più significative è
la cappella dedicata al patrono di Varzi, San Giorgio. Qui si ammira una pregevole tela del 1860, raffigurante San Giorgio che sconfigge il drago, attribuita al pittore Michele Cusa.
La cappella custodisce una preziosa reliquia del braccio di San Giorgio conservata in una teca che i cittadini di Varzi avevano fatto fondere nel 1946 al termine della guerra come gesto di ringraziamento. La teca viene portata in processione ogni anno in occasione della festa patronale che si tiene il 23 aprile.
La chiesa ospita anche altri capolavori artistici. Tra di essi spicca il battistero in marmo bianco di Carrara realizzato nel 1886 da Arturo Bardi, che rappresenta un esempio di maestria scultorea.
Anche l’altare di Sant’Antonio Abate e San Giovanni Evangelista, adornato da una prestigiosa Pala commissionata dall’abate Malaspina nel 1846, cattura l’attenzione con la sua bellezza e ricchezza iconografica. Sul fianco destro, nella prima cappella, si trova la tela della Madonna del Carmine della fine del sedicesimo secolo.
Un luogo di fede e devozione
La Chiesa di San Germano non è solo uno scrigno d’arte, ma anche un luogo di profonda fede e devozione per la comunità di Varzi. Ogni anno la festa patronale dedicata a San Giorgio, molto sentita nel borgo, riunisce i fedeli in un clima di gioia e spiritualità. Durante la celebrazione la reliquia del santo viene portata in processione per le vie della città in segno della devozione e del legame profondo che uniscono la comunità alla sua storia religiosa.
La vita e il culto di San Giorgio
San Giorgio, nato nel 280 d.C. a Cappadocia, fu destinato sin dalla nascita a compiere grandi imprese. Cresciuto in un ambiente religioso dai genitori Geronzio e Policronia, abbracciò la fede cristiana e dedicò la sua vita a opere di bene e alla beneficenza verso i poveri. Nonostante fosse ufficiale della milizia dell’imperatore persiano Daciano (o Diocleziano, secondo alcune fonti), rifiutò di compiere sacrifici agli dèi e fu martirizzato e imprigionato.
Prima di essere decapitato, San Giorgio promise protezione a coloro che avrebbero onorato le sue reliquie. Morì nel 303 d.C., all’età di soli 23 anni, e fu sepolto in Palestina.
La leggenda della fanciulla e il drago
La leggenda della liberazione di una fanciulla da parte di San Giorgio, sconfiggendo un drago, nacque durante l’epoca dei crociati a seguito di un’errata interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino a Costantinopoli. La diffusione di questa leggenda, probabilmente influenzata da una scena raffigurante il dio Horus con uniforme romana che trafigge un coccodrillo, contribuì alla venerazione popolare di San Giorgio. Numerose chiese sono state dedicate al suo nome in tutta Europa, testimoniando la sua grande devozione.