Menconico

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Menconico è un piccolo gioiello montano dell’Oltrepò Pavese. Si trova nella valle del torrente Aronchio, affluente della Staffora, ai piedi del monte Penice. La località, situata ad oltre 700 metri sul livello del mare, vanta una tradizione enogastronomica unica grazie al tesoro che nasconde tra i suoi boschi: il tartufo.

L’altitudine e la posizione soleggiata creano in questo territorio le condizioni ideali per la produzione del pregiato tartufo nero estivo. E ogni anno, la prima domenica di settembre, la comunità locale si riunisce intorno a questa prelibatezza con una grande festa che attrae appassionati e curiosi.  Durante la manifestazione, oltre a gustare piatti a base del prezioso tartufo, è possibile partecipare a visite guidate nei boschi, dove esperti cercatori di tartufo svelano i segreti di questa affascinante attività, oppure partecipare alla gara amatoriale di ricerca del tartufo con cani.

Storia e nobiltà della terra dei Malaspina

La storia di Menconico è profondamente legata a quella dei comuni circostanti e alla famiglia dei Malaspina, una delle casate nobiliari più influenti dell’epoca. Fin dalla sua istituzione nel 1164, Menconico è stato parte integrante del Marchesato dei Malaspina. Nel corso dei secoli la famiglia Malaspina si divise in diversi rami, ciascuno dei quali governava su specifiche aree del marchesato. Menconico fu assegnato al ramo dello Spino Fiorito e, tra i rami da esso generati, a quello dei Malaspina di Varzi.

Dopo lo smembramento del feudo di Varzi, Menconico passa a Pietrino Dal Verme e nel XV sec. va a costituire il cosiddetto “terziere di Menconico”. Più tardi il comune viene concesso in feudo agli Sforza di S. Fiora.

Un’immersione nella storia e nelle tradizioni

Il piccolo borgo ha un impianto medioevale dominato dalla Chiesa Parrocchiale dedicata a S. Giorgio costruita nel lontano 1136. Sotto la chiesa si trova un’antica galleria in pietra, che un tempo costituiva il passaggio principale della strada che da Menconico portava al Monte Penice. Oggi la galleria ospita il “Museo della civiltà contadina di montagna e delle tradizioni locali”. Oggetti e testimonianze fanno riemergere la vita quotidiana dei contadini di montagna, le antiche usanze e pratiche, come quella dedicata alla produzione di formaggio.

Uno dei luoghi più emblematici, simbolo dell’antica arte contadina, è il Mulino Spalla, oggi una vera e propria testimonianza storica del comune. Situato sulla sponda destra del torrente Aronchio, questo mulino ad acqua risale alla prima metà dell’Ottocento e ha funzionato per un intero secolo, svolgendo un ruolo fondamentale nella lavorazione dei cereali e negli allevamenti locali. Oggi è simbolo della vecchia arte contadina: dalla coltivazione manuale dei campi, alla macinazione dei grani, fino agli allevamenti. Diventerà un museo.

San Giorgio

La riserva naturale del Monte Alpe

Il SIC Monte Alpe è un’area protetta che abbraccia l’alta Valle Staffora e si estende nelle vicinanze del Monte Penice. Con un’altitudine che varia dai 762 metri poco a monte dell’abitato di Collegio fino ai 1254 metri del Monte Alpe, questo sito naturale straordinario si estende per gran parte nel comune di Menconico e per una piccola parte nei comuni di Varzi e Romagnese. E’ un vero e proprio rifugio di natura incontaminata, di grande valore per le specie vegetali e animali che lo popolano.

Cosa vedere nelle vicinanze

Nei dintorni di Menconico, sulla vetta del Monte Penice (1460m.) si trova l’antico santuario di Santa Maria, fondato in epoca alto medievale. Il Santuario e la cima del monte sono meta di escursioni sia a piedi che a cavallo, da qui infatti si gode di un bellissimo panorama sulla val Trebbia e la valle Staffora. Nelle giornate più limpide sono visibili anche le Alpi innevate.

Al confine con il territorio di Menconico, in località casa Piazza, si trova l’Oratorio di Santa Maria di Banzolo, un tempo ospitaletto per i pellegrini.

Il territorio, incuneato fra Piemonte, Liguria ed Emilia, con un clima mitigato dalla vicinanza del mare, è conosciuto ai più golosi per la sua formaggella, chiamata anche “Molana del Brallo”, per la tenerezza della sua pasta. Di pezzatura abbastanza ridotta e dal gusto delicato.

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