Zavattarello

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Sullo spartiacque tra la valle del Rio Morcione, affluente del Tidone, e la Val Tidone si incontra Zavattarello, un affascinante borgo medievale dove si respira un’aria d’altri tempi, grazie ai suoi vicoli stretti in acciottolato e le case in pietra. Ma dove si respira anche un’aria salubre, a 550 metri di altezza, che richiama un turismo di riguardo, di chi apprezza la vita semplice e all’aria aperta. Zavattarello è anche un impareggiabile punto di partenza per camminate, percorsi in mountain bike ed escursioni a cavallo.

Le origini del nome

Zavattarello deve il suo nome all’attività prevalente per secoli, quella del ciabattino: il termine “savatarellum”, in latino volgare, indica infatti il luogo dove si producono le ciabatte, le antiche “savatte”.

Un tesoro feudale

Nel cuore del X secolo Zavattarello apparteneva al Monastero di San Colombano, un importante cenobio monastico che svolgeva un ruolo significativo nella gestione delle terre e delle proprietà del territorio. Nel 1327 fu infeudato a Manfredo Landi, che divenne signore del borgo occupandosi della sua amministrazione. Nel1387 il controllo feudale di Zavattarello passò nelle mani di Jacopo Dal Verme, il cui casato esercitò il controllo politico sul borgo per diversi secoli, mantenendo una posizione di potere stabile e duratura. Il dominio feudale dei Dal Verme durò fino alla fine del feudalesimo (XVIII sec.).

Il Castello Dal Verme

Domina il borgo, dall’alto di un poggio, il castello (X sec.). Agli inizi del 1300 era di proprietà dei Landi, mentre alla fine dello stesso secolo passò ai Dal Verme che lo tennero fino al 1975, per poi donarlo al Comune. Tutto in pietra, munito di muraglioni difensivi, prigioni scavate nella roccia e quaranta stanze in cui aleggia una presenza misteriosa: quella del fantasma di Pietro Dal Verme che, sebbene vivesse a Milano, spesso veniva al castello di Zavattarello, dove fu avvelenato dalla seconda moglie, Chiara Sforza, su commissione di Ludovico il Moro. Il castello conserva una torre da cui si ammira un panorama mozzafiato.

L’area che lo circonda un tempo era priva di vegetazione per dare a chi la difendeva la massima visibilità su possibili attacchi, oggi invece il verde che abbraccia il castello è un parco protetto. Per un tuffo nel Medio Evo l’appuntamento è ad agosto con una grande festa fatta di giochi, danze, dame e cavalieri e un mercato medievale.

Il castello

Zavattarello, tra i borghi più belli

Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, oltre al Castello che ospita il Museo di arte contemporanea, a Zavattarello si possono ammirare l’oratorio trecentesco di San Rocco, adiacente il Municipio, con un altare ligneo del ‘400 e la pieve parrocchiale di San Paolo, la cui origine romanica è stata purtroppo mascherata con la sovrapposizione di una facciata barocca.

Rivivere le tradizioni

Curioso e interessante è anche il Magazzino dei Ricordi che, con migliaia di pezzi in esposizione, rappresenta la memoria storica della vallata e dei suoi mestieri. Antiche tradizioni che rivivono nel borgo medievale in occasione del Natale, quando viene organizzato il Presepe vivente, e nel giorno della fiera l’ultima domenica di luglio.

I sapori di Zavattarello

La collocazione geografica Zavattarello influenza la cucina che comprende piatti della tradizione dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino. Come i ravioli al brasato, il salame crudo, la coppa e i tortelli di magro al burro e salvia. La zona è ricca di funghi e tartufi pregiati, che in stagione vanno a comporre ricette della tradizione. La natura incontaminata favorisce la crescita di essenze arboree e floreali creando l’habitat ideale per la produzione di miele. Funghi, miele e tartufo sono celebrati ogni anno a ottobre in una sagra dedicata ai prodotti dell’autunno.

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