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Il Museo della civiltà contadina di Montalto Pavese, un racconto a cavallo tra Ottocento e Novecento

Importante testimonianza della vita e della cultura contadina dell’Oltrepò Pavese e luogo di interesse per chi è incuriosito dalle tradizioni locali. Il “Museo della civiltà contadina” di Montalto Pavese raccoglie una vasta collezione di strumenti e attrezzi della vita quotidiana dei contadini dell’Oltrepò Pavese che risalgono dalla fine dell’Ottocento e vanno fino ai primi decenni del Novecento.

All’interno del museo i visitatori possono immergersi completamente nella quotidianità dei contadini di un tempo. Lo spazio espositivo è organizzato in modo tematico, con oggetti originali.

La sezione dedicata all’artigianato

Nel “Museo della civiltà contadina” di Montalto Pavese una sezione particolarmente interessante è dedicata all’artigianato locale, con uno sguardo approfondito alle antiche professioni. In mostra ci sono strumenti e attrezzi utilizzati da fabbri, falegnami, ciabattini e sarti.

In questo viaggio nel tempo si possono ammirare gli strumenti utilizzati dai fabbri, come incudini, martelli, tenaglie e cesoie, che erano indispensabili per la lavorazione dei metalli e la creazione di oggetti. L’attività del falegname è invece raccontata attraverso gli utensili, tra cui pialle e scalpelli, utilizzati per creare mobili, attrezzi agricoli e oggetti di uso domestico.

La sezione dedicata ai ciabattini racconta la storia di un mestiere che richiedeva abilità manuali e attenzione ai dettagli.

Oltre all’artigianato, il museo dedica uno spazio speciale alla produzione del vino, una delle attività più importanti dell’Oltrepò Pavese. Gli attrezzi utilizzati per la vinificazione, come torchi e botti, sono esposti per illustrare il processo di trasformazione delle uve in pregiati vini, testimonianza della tradizione vinicola radicata nel territorio. Per quanto riguarda l’uva, sono messi in mostra anche gli attrezzi utilizzati per la cura delle vite, la vendemmia e la produzione del vino.

Dalla coltivazione dell’uva a quella del grano. L’esposizione non manca di celebrare un’altra importante attività agricola della zona esibendo gli strumenti utilizzati per la semina e la lavorazione del grano

La valorizzazione del dialetto

Ciò che rende ancora più interessante la collezione museale è il fatto che ogni pezzo è catalogato con il nome dialettale e il corrispettivo in italiano. Questo permette a chi visita il museo di immergersi completamente nella cultura e nella lingua del territorio, con una visione più completa dell’identità e delle tradizioni locali.

La presenza dei nomi dialettali accanto a termini italiani evidenzia l’importanza di preservare e valorizzare la ricchezza linguistica e culturale del luogo. Una scelta di chi ha curato il museo per contribuire a mantenere viva la memoria delle antiche tradizioni locali.

La sede museale

Il Museo ha una storia che inizia nel 1981, quando è stato creato grazie alla collaborazione degli abitanti del luogo. Una collaborazione che si è rivelata essenziale per preservare e valorizzare la memoria della cultura contadina.

L’esposizione trova la sua sede in un luogo suggestivo, all’interno di Villa Illibardi, al piano terra della canonica parrocchiale. Una cornice particolare e autentica per esporre la collezione di attrezzi e strumenti del passato.

L’allestimento al piano terra della canonica parrocchiale testimonia anche il legame tra la vita contadina e la fede religiosa, che erano strettamente intrecciate nella vita delle comunità rurali.

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