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Il Tempio della Fraternità a Cella di Varzi: una chiesa realizzata con residui bellici

Simbolo di fede e di speranza nell’uomo. Otturatori dei cannoni della corazzata Andrea Doria che vanno a costruire un fonte battesimale, il pulpito fatto con i resti di due navi da guerra inglesi, fucili che compongono il crocifisso, le gavette dei soldati usate come fioriere, armi e bombe che urlano alla vita.

Il Tempio della Fraternità è una chiesa -sacrario inaugurata il 20 settembre 1958, voluta da don Adamo Accosa, cappellano militare reduce della Seconda Guerra mondiale.

La storia del Tempio della Fraternità

Si doveva costruire una chiesa, a 700 metri d’altezza, nella piccola frazione di Cella. E si sono usati materiali di recupero, le rovine di un conflitto, perché diventassero simbolo della fratellanza tra gli uomini.

Don Adamo, nella sua opera ha trovato un sostegno e un incoraggiamento importante. Quello di Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXII, che nel 1952 ha inviato la prima pietra da una chiesa distrutta durante lo sbarco in Normandia. A questo primo reperto se ne sono aggiunti molti altri da Berlino, Londra, Dresda, Varsavia, Montecassino, El Alamein, Hiroshima e Nagasaki. Da Milano sono arrivate alcune guglie del Duomo, cadute durante i bombardamenti dell’agosto 1943, e una parte del pavimento del Duomo stesso che ora copre tutto il presbiterio del Tempio di Cella. 

All’interno della chiesa, come in un museo, ci sono anche tanti oggetti: uniformi, borracce, munizioni e una raccolta di terre e sabbie provenienti da tutto il mondo.

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