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Valle Staffora: terra di castelli, panorami e riserve naturali. E per chi ama il trekking c’è la Via del Sale

La Valle Staffora attraversa tre province. Si incunea tra la val Curone, in provincia di Alessandria, l’Oltrepò Pavese, la val Tidone e la val Trebbia, in provincia di Piacenza. Il suo inizio, alle pendici del passo del Giovà, è un allungo attraverso una prima parte selvaggia e impervia, abbracciata dalle imponenti montagne che la circondano: Penice (1460 m), Cima Colletta (1494 m), Lesima (1724 m), Chiappo (1700 m) e Bogleglio (1492 m).

Un paesaggio che muta

Giunti a Varzi, il paesaggio della valle muta in una dolce zona collinare e la valle prosegue fino a sfociare nelle pianure dove il torrente Staffora si unisce alle acque del possente fiume Po. Lungo il percorso si incontrano affascinanti comuni, tra cui Bagnaria, Brallo di Pregola, Cecima, Godiasco, Menconico, Ponte Nizza, Santa Margherita Staffora, Val di Nizza. Ogni borgo è immerso in un incantevole paesaggio appenninico, offrendo opportunità per attività all’aria aperta, emozionanti escursioni per un turismo che si lascia avvolgere dalla bellezza naturale del territorio.

La storica Via del Sale

La Valle Staffora era attraversata dalla antica Via del Sale, un tempo percorsa da carovane di muli carichi di sacchi di prezioso sale. La via seguiva il fondovalle e raggiungeva Genova, risalendo il monte Bogleglio e percorrendo il crinale fino al suggestivo monte Antola, per poi scendere verso Torriglia. Oggi è diventata una meta ambita per gli appassionati di escursionismo e del trekking, in un ambiente di straordinario interesse naturalistico, tra i boschi, i prati e le maestose cime delle montagne che la circondano.

I luoghi di interesse

Attrazioni storiche e naturalistiche: la Valle Staffora ha un patrimonio immenso da offrire ai visitatori. Tra le architetture più salienti ci sono il Castello Malaspina e la Torre delle Streghe a Varzi, la Rocca di Montalfeo, il Castello di Oramala e quello di Pietragavina. Oltre alle fortezze si incontrano anche riserve naturali: la Riserva Naturale Monte Alpe e la Riserva Naturale Le Torraie.

Le tradizioni culturali

La parte montana della Valle Staffora fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro Province, caratterizzato da usanze e tradizioni comuni, tra cui un repertorio di musiche e balli antichi, in cui uno strumento principe è il piffero appenninico. Uno dei borghi che porta avanti queste tradizioni è Cegni, nel comune di Santa Margherita Staffora, celebre per il Carnevale festeggiato ancora con un rito molto antico.

Le Quattro Province

Il toponimo “Quattro Province” ha origini relativamente recenti e si è diffuso grazie a studi etnologici e musicali condotti a partire dagli anni Settanta del Novecento. La denominazione è stata coniata per identificare un territorio che comprende le province di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza, accomunate dalle stesse tradizioni musicali. Nel corso degli il nome “Quattro Province” si è esteso anche ad altri concetti storici e geografici, mettendo in luce connessioni profonde tra le diverse comunità locali.

La potente famiglia Malaspina e la leggenda del nome

La storia della Valle Staffora è indissolubilmente legata alla dominazione della potente famiglia Malaspina, una famiglia di origine nobiliare derivante dagli Obertenghi. Per secoli i Malaspina hanno esercitato il loro dominio su queste terre.

Il nome “Malaspina” è oggetto di numerose teorie e leggende che cercano di spiegarne l’origine. La versione più romanzesca, dipinta su un affresco conservato in una sala del castello Malaspina di Fosdinovo, narra di un episodio accaduto nel 540 d.C. Si racconta che il giovane nobile Accino Marzio avesse giurato vendetta per la morte del padre. Un giorno, sorprese il re dei Franchi, Teodoberto, nel sonno e lo trafisse alla gola con una spina. Il grido disperato del sovrano morente, “Ah! Mala spina!”, si dice abbia dato origine al cognome Malaspina.

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