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Alla scoperta di Zavattarello, la “città del miele”

Abbracciato dalle colline, in una zona di straordinari panorami, il borgo di Zavattarello è una delle meraviglie dell’Oltrepò Pavese. La natura incontaminata ha favorito sin dal XIX secolo la produzione di miele, avviata da Luigi Dal Verme. Il miele del conte ebbe un successo tale da ricevere numerosi riconoscimenti dando via ad una tradizione di apicoltori che è andata sempre più consolidandosi portando più volte Zavattarello nell’Olimpo con il premio Goccia d’Oro, tanto ambito dai produttori di miele. 

Il castello 

Un labirinto di vicoli e stradine acciottolate, costellato di antiche case in pietra, forma il nucleo storico da cui, attraverso una salita, si arriva ad uno dei luoghi di maggiore interesse: il castello Dal Verme, circondato da un grande parco protetto. Utilizzato nei secoli come fortezza difensiva e residenza nobiliare, oggi il maniero è di proprietà comunale. Costruito su un rilievo permette di spaziare la vista, dall’alto della torre, sulle colline dell’Oltrepò Pavese la Val Tidone, fino alla pianura padana. Il castello è composto da una quarantina di stanze su un sistema di vari livelli, unico nel suo genere, collegati da varie scale interne secondarie. Una volta intorno al maniero non c’era vegetazione per consentire a chi era chiamato alla difesa del castello di avvistare ogni malintenzionato. Oggi invece il verde che circonda il castello è un’area protetta, un parco locale di interesse sovracomunale, di circa 79 ettari.  

Il castello ha avuto un grande rilievo storico ed è stato sede di una delle principali scuole di guerra di tutta l’Europa, fondata da Jacopo Dal Verme. 

Aperto al pubblico anche per visite guidate, ospita un museo di arte contemporanea. https://www.castellodalverme.com/ 

Il castello

La chiesa 

Altro luogo di interesse è la chiesa patronale di San Paolo Apostolo, citata per la prima volta nel 929, in occasione della sosta dei monaci di Bobbio durante il trasporto delle spoglie di San Colombano a Pavia. Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, nel XVIII alla facciata originale ne fu sovrapposta una nuova. Quella che oggi vediamo. L’abside conserva una grande pala d’altare di inizio Seicento in legno d’orato con un dipinto ad olio del XV secolo che raffigura una Madonna con il Bambino e il Diavolo. 

Il magazzino dei ricordi 

I più curiosi non possono perdere l’appuntamento con il “Magazzino dei ricordi”, a cascina Mirani. Una collezione di antichi oggetti di vita quotidiana, strumenti di lavoro degli artigiani locali, e molto altro, per conoscere oltre un secolo di tradizioni che testimonia la storia del lavoro e della fatica dell’uomo. 

La natura e il bosco incantato 

Dal parco intorno al Castello di Zavattarello si distendono diversi sentieri da cui avventurarsi nella Via del Sale, nella Via di San Colombano e in quella delle sorgenti del Tidone. Ai piedi del castello c’è anche il Bosco incantato: un percorso da fiaba nel quale i bambini potranno imbattersi nel Villaggio dei Puffi, incontrarePinocchio, farsi sedurre dagli alberi parlanti, giocare con Biancaneve e i Sette Nani. 
Da non perdere, il Giro dell’Oca, un sentiero che parte da piazza Dal Verme e gira a spirale attorno alla collina del castello, fino a ricongiungersi con la strada che porta alla rocca. 

Cosa mangiare 

Meraviglia nella meraviglia di Zavattarello sono i funghi che le locande propongono fritti o come accompagnamento di tagliatelle e risotti. Piatti tipici del borgo sono anche i ravioli di brasato e la selvaggina con la polenta. Ma non c’è pranzo che inizi senza una degustazione di salame e pancetta stagionati secondo le antiche tradizioni oltrepadane. 

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