Indice

Sulle tracce di San Ponzo, dalla pieve di Ponte Nizza alla grotta del santo

Nel III sec. d.C. San Ponzo, dopo aver peregrinato tra Francia e Italia, scelse di vivere una vita di penitenza e preghiera in solitudine, ritirandosi in una grotta situata sulle colline di Ponte Nizza, dove oggi si trova anche la chiesa dedicata all’eremita. Nonostante la ricerca di una vita isolata, venne riconosciuto per cristiano, condannato a morte e decapitato in una località tra Cecima e San Ponzo.  

La sua fama di santità attirò l’attenzione della popolazione locale, che lo considerava un uomo santo e venerava il luogo in cui viveva come un santuario. La leggenda narra che San Ponzo fosse in grado di compiere miracoli e guarire i malati con le sue preghiere. Ecco, perché, i fedeli, attribuendole virtù prodigiose, raccoglievano le gocce d’acqua stillanti dalla grotta. Dopo la sua morte, avvenuta intorno al 370 d.C., il suo eremo fu preso in custodia dai monaci benedettini, che lo ampliarono e lo trasformarono in un luogo di culto.  

La chiesa 

La chiesa che oggi sorge sul luogo dell’antico eremo, prima tappa del nostro itinerario, è dedicata proprio a San Ponzo, in onore della sua via di sacrificio e devozione. La pieve, risalente al 1485, fu costruita sui resti di una chiesa risalente all’anno Mille. Con il suo aspetto quattrocentesco, ospita affreschi del XVI e XVIII sec., un fonte battesimale del XII sec. e le reliquie del santo, ad eccezione del capo conservato nella vicina chiesa di San Giorgio, a Fortunago.  

La chiesa

Il percorso  

Dalla chiesa di San Ponzo il cammino prosegue lungo i sentieri boschivi in direzione delle grotte dove visse l’eremita, uno dei siti fossiliferi più importanti dell’Oltrepò Pavese. Attraverso boschi secolari di castagno si arriva fino al punto in cui la roccia arenaria, scavata dagli agenti atmosferici, si è trasformata nelle grotte in cui fu rinvenuto il corpo di San Ponzo. Qui è stata edificata anche una piccola cappella. Dopo la visita alla grotta l’itinerario continua, tra boschi di quercia e carpini, prosegue verso il monte Vallassa raggiungendo un terrazzo naturale con una bellissima vista sulla Valle Staffora e l’alto Appennino. 

Il Monte Vallassa 

Al confine tra la Val Curone e la Valle Staffora, la montagna si trova a un’altitudine di circa 756 m. m sul livello del mare. Il Monte Vallassa è una meta popolare per gli escursionisti e gli amanti della natura. Dalla cima della montagna si può godere una vista spettacolare sulla valle Staffora che si estende ai piedi della montagna. Il Monte Vallassa è inoltre un’importante area di interesse geologico, in quanto contiene numerose formazioni di rocce sedimentarie risalenti al periodo giurassico. Queste rocce sono state oggetto di studio da parte di geologi e paleontologi per molti anni per la presenza di numerosi fossili di piante e animali che vivevano in questa regione durante il periodo giurassico. 

Il paradiso dei climber 

Casco e moschettoni. In questa vallata arrivano climber da tutto il nord Italia. Sul versante sud del monte Vallassa ci sono una serie di balze rocciose stratificate, note come Balze di Guardamonte, e frequentate come palestra di arrampicata tutto l’anno. Le vie ferrate sono di varie difficoltà, adatte sia per i principianti che per i più esperti. Ma non vanno sottovalutate: richiedono una buona preparazione fisica e tecnica, nonché l’attrezzatura adeguata. Oltre all’arrampicata, le Balze di Guardamonte sono anche una meta per gli escursionisti e gli appassionati di trekking. 

Indice

Articoli correlati
Da 40 edizioni è il tempo delle mele

Domenica 15 ottobre 2023, a Bagnaria, in Oltrepò Pavese, l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la locale Pro Loco organizza la 40^ Giornata della Mela. La

Fiera di San Damiano

Nell’incantevole scenario del castello di Montesegale ogni anno, tra fine settembre e inizio ottobre, si svolge la Fiera di San Damiano, un evento che porta

Bagnaria celebra le mele

A Bagnaria, nel mese di ottobre, l’autunno si colora di una manifestazione speciale: la Giornata della Mela. Un evento, dedicato al frutto simbolo del territorio,

La valle degli antichi frutti 

Mele, pere, uva. L’autunno si fa strada con nuovi sapori e l’Oltrepò Pavese ne è ricco. Il microclima e la varietà di terreni favorisce la

it_IT