Al fresco delle cascate di Rivarolo, tra la Valle Staffora e la Val Tidone

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Una camminata su un sentiero di crinale per ammirare la valle Staffora e la val Tidone. L’anello di Romagnese, itinerario di circa 30 chilometri, è un’immersione tra boschi e faggeti. Si parte da quota 542 m per arrivare fino a 1290 metri in un percorso tutt’altro che noioso che butta lo sguardo sulla Riserva del Monte Alpe, le pendici del Monte Penice, Pian del Poggio.

Sentieri per tutti

Sul percorso ad anello, che inizia e termina al centro del paese, convergono dodici sentieri che partono tutti dal capoluogo con difficoltà più o meno elevate. Raggiungere l’anello, insomma, è alla porta di tutti. Basta scegliere il percorso che fa al proprio caso. https://www.prolocoromagnese.com/sentieri

Lungo il cammino

Durante il percorso gli escursionisti hanno l’opportunità di attraversare boschi, colline e campagne, godendo di panorami mozzafiato. Lungo i sentieri ci sono segnalazioni che guidano i turisti lungo il tragitto.

Il sentiero 12

Molto piacevole nella stagione estiva è il sentiero 12. Il percorso, adatto a tutti e ben segnalato, inizia dal campo sportivo di Romagnese e sale costeggiando il torrente Rivarolo fino ad arrivare a casa Rocchi incrociando le cascate del Rivarolo. Un’escursione imperdibile, soprattutto quando il rio è ricco di acqua.

A prova di esperti

Segnalato con il colore azzurro l’anello di Romagnese si sviluppa su un sentiero di crinale di circa 30 km che racchiude gran parte del territorio comunale. È consigliato ad escursionisti esperti. Durante la camminata è possibile vedere la Fontana del Gallo e i boschi della Riserva del Monte Alpe. Si arriva fino alle pendici del Monte Penice, si prosegue lungo i pascoli di Pozzallo in direzione Giardino Alpino, continuando fino alla costa di Lazzarello e Pian del Poggio per poi scendere verso il torrente Tidone e risalire in direzione Premure, quindi Casa Colombini, Crotta e Casa Rocchi.

I sassi neri di Romagnese

Grandi massi scuri di origine vulcanica, noti come “sassi neri”, sono disseminati nell’area circostante Romagnese. Sono composti principalmente da basalto e la loro presenza nella zona può essere attribuita all’attività vulcanica che si è verificata in tempi geologici remoti. Secondo una leggenda i sassi neri sarebbero piere scagliate dal demonio contro il monaco irlandese San Colombano per impedirgli di arrivare a Bobbio a fondare il monastero che fu poi realizzato nel VII secolo.

Panchina gigante di Romagnese

La panchina gigante di Romagnese, dal colore rosso, è la numero 170 del circuito Big Bench https://bigbenchcommunityproject.org/  . Si trova nei pressi della frazione di Grazzi Superiore, lungo la strada che porta al Giardino Alpino di Pietra Corva. Oltre alla panchina ci sono una matita gigante con la punta rivolta verso il cielo, un’aquila di legno con lo sguardo verso la val Tidone e un angolo di sosta per i turisti.

Panchina gigante

Il dolce ristoro dopo il trekking

C’è una torta che da circa ottant’anni caratterizza Romagnese e che piace a qualunque età. È la “Sabiosa”, la cui ricetta è custodita gelosamente e che ha ingolosito persino i palati del principe Alberto di Monaco e del presidente Giorgio Napolitano. Gli ingredienti sono semplici, ricorda la torta paradiso ma a quel componente in più, ancora oggi segreto, che la rende molto più morbida e friabile. Ha ottenuto il marchio De.Co (Denominazione comunale di origine) ed è la merenda ideale dopo una passeggiata sui sentieri del borgo.

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