Nell’incanto dell’Alto Oltrepò Pavese, l’estate regala non solo paesaggi mozzafiato, ma anche una ricca tavolozza di sapori unici, in cui il tartufo nero brilla come uno dei protagonisti indiscussi. Questo tesoro culinario, noto per la sua prelibatezza e il suo aroma intenso, rende l’estate un periodo di festa per i buongustai e gli amanti della cucina tradizionale.
Un viaggio nella terra del tartufo nero
La zona montana dell’Oltrepò Pavese è rinomata per la sua tradizione culinaria che affonda le radici nella storia e nelle ricchezze del territorio. In questa terra generosa, la scoperta del tartufo nero è stata una sorpresa straordinaria, e da allora è diventato uno dei simboli gastronomici più amati.
Il tartufo nero, una rarità botanica, cresce nel sottosuolo dei boschi dell’Alto Oltrepò Pavese. La sua ricerca è un’arte antica, tramandata da generazioni di “tartufai” che, con il loro istinto e l’aiuto di fedeli cani addestrati, riescono a scovare questi tesori nascosti sottoterra.
Il tartufo nero in cucina: una sinfonia di sapori
Una volta raccolti, i tartufi dell’Alto Oltrepò Pavese entrano a far parte di una sinfonia culinaria. Il loro aroma intenso e la lora prelibatezza li rendono un ingrediente molto ambito in numerose ricette, sia tradizionali che innovative.
La cucina locale si arricchisce di piatti raffinati che esaltano il sapore del tartufo nero. Dalle paste fresche ai risotti, dai formaggi ai salumi, ogni piatto diventa un’esperienza unica grazie a questo tesoro sotterraneo.
Il tartufo: patrimonio Unesco
La tradizione italiana della cerca e della cavatura del tartufo è patrimonio culturale immateriale Unesco. L’arte della ricerca del tartufo coinvolge in Italia una rete nazionale composta da circa 73 mila detentori e praticanti, i tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (FNATI), da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT) coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori.
L’Oltrepò Pavese vanta ben tre Città del Tartufo: Menconico, Zavattarello e Casteggio (italiadeltartufo.it).
L’oro nero
I tartufi sono stati considerati prelibatezze fin dall’antichità e sono state apprezzati in diverse culture nel corso della storia. Nell’antica Roma i tartufi erano considerati un lusso e venivano serviti come delizia durante i banchetti dei nobili. I romani erano noti per il loro amore per il cibo e hanno lasciato testimonianze scritte che documentano l’importanza dei tartufi nella loro cucina. Durante il Rinascimento i tartufi continuarono ad essere apprezzati come una prelibatezza. La nobiltà e le corti reali europee li consideravano un ingrediente pregiato e spesso venivano serviti nelle occasioni speciali. Ma è soprattutto a partire dal XVIII sec. che l’apprezzamento per i tartufi raggiunse il suo apice. Durante questo periodo i tartufi erano molto popolari tra l’aristocrazia europea, soprattutto in Francia e in Italia. Furono scritte diverse opere letterarie che celebravano l’eccellenza dei tartufi, e la loro raccolta divenne una vera e propria arte. Negli ultimi secoli i tartufi sono diventati sempre più rinomati e ricercati tanto da essere considerati uno dei cibi più pregiati e costosi al mondo.