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Sulla Via del Sale. Un cammino da Varzi a Portofino

Un itinerario escursionistico molto suggestivo che attraversa l’Oltrepò Pavese seguendo l’antica rotta dei muli che portavano il sale dal male alla pianura padana. La Via del Sale segue un percorso di 90 km che, attraverso boschi, prati e colline, valica quattro province: Pavia, Alessandria, Piacenza e Genova.

L’itinerario parte da Varzi in un susseguirsi di panorami mozzafiato e interessanti testimonianze storiche. Lapidi commemorative di fatti d’armi e stazioni di posta trasformate in rifugi parlano di un passato che era fatto di fatica e avventura. Da qui passarono eserciti, mercanti e pellegrini.

In primavera si possono ammirare spettacolari fioriture, una meraviglia che va ad aggiungersi ai panorami mozzafiato regalati dal camminare sui crinali dei monti che conducono al mare.

L’itinerario pavese

L’itinerario in provincia di Pavia parte da Varzi e raggiunge il Monte Chiappo. Lungo il percorso, tra boschi di castagni e felci, si incontrano Monteforte dove si trova il rudere di una rocca che appartenne ai Malaspina, il villaggio medievale di Castellaro e Pian della Mora. Qui è presente un rifugio attrezzato con tavolini e panche per una sosta temporanea. L’itinerario pavese prosegue verso Monte Bagnolo dove si incontra il rifugio Laguione, Colle della Seppa e, quindi, Monte Chiappo (1149 m. s.l.m.). La cima del Chiappo è il punto più alto dell’Oltrepò Pavese, un luogo magico per lo spettacolare panorama che abbraccia le Alpi, il mare e le colline circostanti. Punto di incontro dei confini di Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna.

Il sale, quel bene prezioso

La storia della Via del Sale risale a secoli fa, quando l’oro bianco era un prodotto essenziale per la conservazione degli alimenti e per l’economia delle regioni coinvolte. Il percorso principale partiva da Genova e risaliva il corso del fiume Scrivia; quindi, si dirigeva verso la valle Staffora fino a Varzi, nell’Oltrepò Pavese. Da lì la Via continuava verso nord fino a raggiungere altre aree interne. Il sale era scambiato per altri beni e merci, contribuendo allo sviluppo economico delle regioni coinvolte lungo il percorso. Durante i secoli la Via del Sale venne sorvegliata e protetta per evitare furti e attacchi. Vennero costruiti i castelli, fortificazioni e torri di avvistamento lungo il percorso per garantire la sicurezza dei convogli di sale. Il trasporto avveniva principalmente con l’uso di animali da soma, come muli e cavalli, che trasportavano i sacchi di sale lungo i sentieri di montagna. Con l’avvento delle nuove rotte commerciali e dei mezzi di trasporto moderni l’importanza della Via del Sale diminuì gradualmente nel corso dei secoli. Il sale iniziò ad essere trasportato via mare e tramite vie terrestri più dirette.

Il ruolo di Varzi

Essendo uno dei punti di transito principali lungo il percorso, Varzi era una tappa importante per il commercio del sale proveniente da Genova. Un centro di raccolta e distribuzione del sale. Qui venivano accumulati i carichi di merce provenienti dalla Liguria e successivamente distribuiti ad altre località lungo il percorso, oppure trasportati ulteriormente verso le regioni interne. Il borgo ospitava un vivace mercato del sale, dove i commercianti, trasportatori e acquirenti si incontravano per le transazioni commerciali. Il sale veniva venduto o scambiato con altri beni o merci alimentando l’economia locale e la vitalità commerciale della zona.

Varzi, inoltre, sviluppò infrastrutture di supporto per facilitare il commercio del sale. Queste includevano magazzini per lo stoccaggio temporaneo del sale, alloggi per i commercianti e i trasportatori, e luoghi per il riposo degli animali. Il comune e le località circostanti si occupavano anche della manutenzione e della sicurezza della via del sale nella loro area. Mantenevano i sentieri e i ponti in buone condizioni, garantendo la viabilità e la sicurezza dei convogli di sale che attraversavano la zona e che spesso erano sotto attacco dei briganti.

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